domenica 27 febbraio 2011

Cat pregnancy

Ho sognato di essere incinta di un gatto.
Forse dovrei smettere di dormire con Fufi.

venerdì 25 febbraio 2011

Lost in translation

Via SMS.
23/02/2011 h. 22.15
Studente: "Non posso venire domani a lezione. Ho dimenticato che ho l'allenamento. Quando posso venire?"
24/02/2011 h. 09.30
Io: "Va bene domani dalle 16.00 alle 17.00?"
Studente: "Perfetto! A domani!"
25/02/2011, h. 16.00.
Dello studente non c'è traccia.
h. 16.05
Ancora dello studente non c'è traccia.
h. 16.10, via SMS.
Io:" La lezione era alle 16. Dove sei?"
h.16.12
Studente: "No! Era alle 16.17!!!"

La lezione in partenza dal binario 3 e diretta a Va**an**loLandia delle ore 16.17 subirà un leggero ritardo (mentale) dovuto ad un eccesso di ormone adolescenziale. Ci scusiamo per l'inconveniente.

Casual conversation

Al bar.
Cliente (al barista): "Ma oggi che hai? Stai male?"
Barista: "No, giornata fiacca"
Io: "A chi lo dici! Ma secondo me è anche il tempo... uno strazio!"
Cliente (a tutti, gridando festoso): "Io invece, con la pioggia o con il sole, mi sveglio sempre sorridente e di buon umore!"
Barista: "Sei l'uomo da sposare!"
Io: "Se mi svegliassi accanto ad un uomo sempre sorridente, dopo quattro giorni inizierei a prenderlo a testate!"
... Silenzio.

[Forse ho esagerato?!]

giovedì 24 febbraio 2011

The Great Escape

Ogni tanto si ha bisogno di chiudere una porta, e scaldare l'aria di una stanza con il proprio respiro. Racchiudere sospiri e pensieri tra quattro mura, sorseggiare una tazza di te, nella speranza di riuscire ad ingoiare tutto l'amaro rimasto in bocca e continuare a far finta di nulla.
Alle volte si sente come l'esigenza di fuggire da parole, sguardi o gesti, o dall'assenza di questi, per immergersi in un mondo fatto di vapore e leggerezza, di evanescenza, di aloni che appaiono e svaniscono senza lasciare traccia alcuna: vaghe e fugaci idee, inafferrabili. Minuti, istanti, che si susseguono scandendo a vuoto un tempo già perso in partenza.
Di fatto, è un sentirsi prigionieri della libertà: rinchiudersi per non dover essere liberi. O, guardando oltre, è decidere di chiudere il proprio mondo all'alterità totale e massacrante che ci circonda?
Leccarsi il mantello, pulirsi le piume, a riparo di sguardi indiscreti. Non dover avere pudore dei propri pensieri, digerire a piccole dosi il mondo, necessitare di solitudine pura: presente, passata e futura. Per una manciata di istanti.

In Utero

Le piante hanno un complessissimo sistema di regolazione ormonale.
Chissà se anche loro diventano moleste in fase pre-mestruale.

Revolutionaries wait

Alle volte mi piace staccare l’occhio dal foglio per cogliere la proporzione nelle forme che disegno, per ricombinare le parti e dare loro un senso.
Capire quale sentiero si stia seguendo, e dove esso vada a finire ha qualcosa a che fare con il concetto di libertà.
Viviamo vite incellofanate, schermate, inscatolate e ci crediamo liberi. Trascorriamo la maggior parte del  nostro tempo in box di cemento o di lamiera. Ci proteggiamo da tutto come se di tutto ci fosse da aver paura.
Certo, l’evoluzione; certo, la scienza. Ma a che prezzo? Cosa abbiamo barattato per qualche anno di vita in più? Come viviamo questo tempo che ci è concesso?
Cerchiamo nuove soluzioni per schermarci, tanto che più che proteggerci da eventuali pericoli, abbiamo preso a nasconderci.
Ed ecco che la nostra amata libertà viene meno e invece di capire dove stiamo andando, dove vogliamo andare, raccogliamo sassolini e ne facciamo giganteschi cumuli.
Sembra di andare chissà dove, tanto è duro il lavoro, tanto arduo il sacrificio, tanto prezioso il tempo che dedichiamo a questa attività, eppure siamo fermi. Immobili. Per quanto lodevole sia il tentativo, davanti ad i nostri occhi non abbiamo che una figura sgranata, un viso storpio, una casa storta.
Come un palazzo reale dagli stucchi dorati e profumati giardini pensili, senza porte né finestre.
Costruiamo simulacri di regni senza senso.

Green Eyes

Il mio colore preferito è il verde. 
Verde è il colore del mare quando è agitato come i miei pensieri. Verde è il colore delle piante e delle foglie quando risplendono scaldate dai raggi del sole e verde è il loro colore nell’ombra, nel fitto del bosco lussureggiante, nella nebbia densa, quando un velo d’acqua le accarezza e regala loro profili d’argento.  Verde è il colore della pace e della vita; verde è il colore degli occhi di mio padre.
Credo nell’energia che si nasconde dietro ad un germoglio, portata dalla brezza dolce della primavera, al suo profumo, che sa di fiori timidi e delicati, al velluto e alla seta del suo tocco leggero, che sembra destare le creature da un lungo sonno di bellezza.
Vivo della calura estiva e del suo verde dorato m’arricchisco: di spighe di grano e dolci frutti nutro il mio corpo. Mi cullo nelle notti d’agosto sulle note di cicale e gelsomini. Verde è il mio mattino, come la scorza di un’anguria matura  e sorridente, come le voci dei bambini che costruiscono castelli di sabbia in riva al mare. Verdi i filari di vite, le sontuose olive e i loro saggi alberi, nodosi e contorti, come le sensazioni settembrine.
Verdi sono i buoni propositi dell’autunno, e verde è la speranza  che ci tiene accesi fino a che il verde entusiasmo non c’abbandona.
Sono verdi gli aghi di pino, profumati di ricordi cari alla memoria, e verdi sono i muschi che ovattano i suoni dell’inverno, il cicaleggio di dicembre.  Verde è l’aria gelida del mattino, quando i boschi sono neri di china, e l’unica cosa verde rimasta è un pastello dimenticato da un bimbo prima di andare a scuola.
Verde è quel senso di appartenenza, di famiglia che si respira assieme all’odore di legna bruciata in un camino, di bucce d’arancia, e la cannella di un biscotto appena sfornato.
Verde è il colore di queste parole, della vita che ho scelto di vivere, verde, con tutto ciò che significa. Verde come il mondo; io, verde.